La storia di Giuseppe Mancino, lo chef 2 stelle Michelin del Ristorante Il Piccolo Principe, sembra uno di quei racconti dove il vero protagonista della storia è il destino, tra sliding doors, errori e nuove occasioni.
Giuseppe Mancino infatti prima di divenire chef aveva tutt’altri progetti. Sognava di fare il pizzaiolo e per questo stava impegnandosi fin da giovane.
Il nostro racconto inizia quando il giovane Mancino era impegnato davanti al forno di una pizzeria. Però, a causa di qualche errore di troppo o del non saper aspettare da parte dei titolari, Giuseppe viene spostato dal forno della pizzeria alla cucina.
Incomprensioni, sbagli, una bocciatura alla base di una nuova vita e di un nuovo percorso che porterà Giuseppe Mancino a guardare a chef del calibro di Gualtiero Marchesi, Rocco Iannone, Alain Ducasse.
Figure di riferimento, a volte non solo a livello professionale, da sempre fonte di ispirazione.
Ancora oggi, con lo chef a capo del Ristorante Il Piccolo Principe chiamato ad alzare costantemente l’asticella per confrontarsi con una clientela internazionale, esigente, mutevole nel tempo.
Il segreto, dice lo stesso chef, sta nella capacità di comprendere i gusti degli ospiti, di ideare un mix che accontenti tutti attraverso portate di terra e di mare, senza dimenticare i piatti vegetariani.
Nel futuro vi è la voglia di aprire un ristorante che porti il suo nome, di ampliare il settore gourmet gettando un occhio in particolare alla prima colazione, ideare portate da osteria che rispettino i canoni di un albergo di lusso.